giovedì 15 marzo 2012

giovedì 16 febbraio 2012

I ribelli, di Mimmo Calopresti, sui fatti di Genova del 1960

Pubblichiamo un interessante documentario, trasmesso da Rai storia, sulla rivolta di Genova del 1960 in seguito alla decisione del Governo presieduto da Tambroni di autorizzare il congresso dei post-fascisti del MSI nel capoluogo ligure, città operaia e medaglia d'oro alla resistenza.

lunedì 6 febbraio 2012

Le delicate questioni della Farnesina e del ministro Terzi

Pubblichiamo un interessante articolo pubblicato dal quotidiano Europa sul ministro degli esteri Giulio Terzi, in carica da poco più di 2 mesi e già alle prese con questioni scottanti. Tra queste, il tentativo di cercare un'intesa con la Germania sul risarcimento delle vittime delle stragi nazista in seguito alla sentenza della Cassazione del 2008 e dell'azione della commissione disciplinare del Ministero sul caso di Mario Vattani, il console-cantante fascio-rock. 

L'Italia intende proseguire per trovare un'intesa con i tedeschi sui risarcimenti alle vittime delle stragi naziste


L’Italia non ci sta e farà di tutto per trovare un’intesa con la Germania. Ieri la Corte internazionale dell’Aja ha dato ragione ai tedeschi sullo spinoso tema del risarcimento alle vittime delle stragi naziste durante la Seconda guerra mondiale.
Secondo i giudici del tribunale europeo, infatti, il nostro paese non può chiedere soldi per i crimini commessi dagli uomini di Hitler, in quanto deve riconoscere l’immunità di uno stato sovrano come la Germania. Ma non solo: deve anche evitare che in futuro vi siano analoghe decisioni da parte della giustizia italiana. La sentenza arriva dopo che nel 2008, per la prima volta, la Cassazione aveva condannato lo stato tedesco a risarcire i familiari delle vittime degli eccidi compiuti durante l’occupazione.
Nonostante la sentenza, il ministro degli esteri, Giulio Terzi, ha comunque fatto sapere che l’Italia non demorderà e anzi farà di tutto per trovare un’intesa con il governo di Berlino. Un atteggiamento fermo e non reticente, molto apprezzato anche dal suo omologo tedesco, Guido Westerwelle, che si è detto disponibile a risolvere la questione.
Un atteggiamento però quasi obbligato, visto che lo stesso Terzi si trova in questi giorni a dover maneggiare con cura un’altra questione in cui ritorna il tema del fascismo: il caso di Mario Vattani, l’ex console a Osaka, pizzicato a cantare e inneggiare alla bandiera nera e alla repubblica di Salò in un raduno di CasaPound. Vattani è ora in attesa del verdetto della commissione disciplinare della Farnesina presso cui è stato deferito. E rappresenta contemporaneamente una delle issue più delicate per il neoministro.
Per due motivi: l’antica amicizia che lo lega all’ex segretario generale della Farnesina Umberto Vattani, padre del console fascio-rock; e le voci che lo vogliono di convinzioni politiche vicine alla destra. Del resto è conclamata la storica vicinanza a Gianfranco Fini, fin dai tempi in cui il presidente della camera e leader terzopolista era ancora capo assoluto di Alleanza nazionale: fu proprio Terzi a organizzare la visita in Israele in cui Fini rinnegò per sempre il fascismo e le leggi razziali.
Ecco, dopo la promessa di non mollare sui risarcimenti alle vittime dei nazisti, il caso Vattani è una buona opportunità per il ministro per mettere a tacere con i fatti sia le voci di corridoio che qualche gossip malizioso.

martedì 31 gennaio 2012

27 gennaio 2012, Giornata dell’Amnesia

Pubblichiamo un piccola riflessione di Stefano Corradino, direttore di Articolo21.org sul suo blog sul Fatto quotidiano sulla giornata della “memoria" del 27 gennaio, ribattezzata dell'Amnesia, visto il tentativo in atto in questo paese e non solo di dimenticare cosa sono stati per questo paese e per l'Europa il fascismo e il nazismo, chi erano i suoi i dirigenti, i danni che hanno prodotto in termini di vite umane... una piccola riflessione provocatoria, questa si, da non dimenticare

27 gennaio 2012, Giornata dell’Amnesia
- Mauro Vattani, di giorno console e di notte cantante nazirock;
- Editore inglese riporta in edicola il Mein Kempf a puntate;
- Sondaggio: il 21% dei tedeschi sotto i 30 anni non associa niente ad Auschwitz;
- Cresce il numero dei negazionisti che confutano lo sterminio degli ebrei;
- Accendini e poster su Mussolini circolano in tabacchi ed edicole;
- A Roma vogliono intitolare una via a Giorgio Almirante;
- A Parma CasaPound definisce i partigiani violenti e stupratori;
- A Forlì consigliera Pdl lancia appello: “E’ ora di parlare del Mussolini buono;
- A Torino professore insulta su Fb ebrei, immigrati, omosessuali e disabili;
- Condizioni da lager nei Centri di identificazione degli extracomunitari (Cie);

Se questa è la Memoria…

mercoledì 25 gennaio 2012

In mostra il vagone blindato che portava ai campi di sterminio

In mostra a Piazza Plebiscito, a Napoli, è possibile vedere uno dei vagoni blindati utilizzato dai nazisti e dai fascisti per trasportare gli ebrei italiani nei campi di concentramento in Germania. Un modo per celebrare la giornata della memoria del 27 gennaio, per ricordare gli stermini operati dai nazisti con la complicità dei tanti regimi europei che hanno prestato il fianco alla follia di quel "rivoluzionario" Hitler. Tra questi, il regime fascista italiano, prima con la promulgazione delle leggi razziali del 1938 e poi con la collaborazione e il supporto dei fascisti italiani alla soluzione finale decisa da Hitler, programma supportato fino a pochi giorni dal 25 aprile giorno della liberazione di Milano e d'Italia. I fascisti hanno continuato a collaborare con i tedeschi nel tentativo di portare a termine questo progetto del Führer, anche quando la guerra era inevitabilmente compromessa, a testimonianza della convinzione politica dell'importanza della questione: non quindi solo un modo di "assecondare" le richieste del potente alleato tedesco (poi trasformatosi in invasore e sterminatore di italiani), ma una vera convinzione che ha causato la morte di migliaiai di ebrei e cittadini italiani.
E' oggi importante non dimenticare, in un momento in cui personaggi dichiaratemente neofascisti (i quali talvolta ricoprono importante ruoli nelle istituzioni della repubblica democratica italiana, come nel caso del console Vattani) esaltano le gesta di Mussolini, del fascismo e della dittatura.


Manifesto propagandistico del Partito Fascista contro gli ebrei
Prima pagina del Corriere della Sera dell'11 novembre 1938

lunedì 23 gennaio 2012

Vattani family_meritocrazia e carriera modello Farnesina

Il caso Vattani, che abbiamo trattato in molti post, pone al centro una questione molto importante, quella dei criteri per l'assegnazione dei posti apicali del ministero degli affari esteri: in che modo vengono scelti i diplomatici in carriera per ricoprire gli incarichi più ambiti, quelli di ministro incaricato d'affari, console e ambasciatore? Come fa notare Paola Ottaviani, della Cgil esteri, in un'intervista rilasciata al quotidiano l'Unità, "Nessun posto apicale all’interno e all’estero è oggetto di pubblicità, né di aperta concorrenza fra i candidati. Le assegnazioni sono rese note a cose fatte e la ricorribilità delle decisioni è difficile se non impossibile", aggiungendo in seguito che "In discussione non è la discrezionalità finale del Ministro, ma la certezza che lui abbia a disposizione una rosa di nominativi scelta su una competizione trasparente per avere la sicurezza che sta scegliendo tra i migliori».
La rapida ascesa di Mario Vattani lascia pochi spazi ai dubbi: la potente influenza del padre Umberto, diplomatico di lungo corso, unico nella storia repubblicana ad aver ricoperto per due volte segretario generale del Ministero degli esteri, sembra aver giocato un ruolo tutt'altro che marginale. Una carriera, quella di Umberto, molto fortunata: è riuscito a ricoprire negli anni '80 il ruolo di Consigliere diplomatico dei presidenti del Consiglio dei Ministri di orientamenti politici differenti, da Ciriaco de Mita a Giuliano Amato, passando per Giulio Andeotti. Coinvolto marginalmente anche nello scandalo Enimont, al centro delle inchieste di tangentopoli, per aver fatto da tramite tra Andreotti e l'A.D. di Eni Gabriele Cagliari nella cessione di tangenti: la vicenda non ha avuto esiti processuali, anche per il suicidio in carcere di quest'ultimo. 
Vattani senior era già salito alle cronache per aver "spianato la strada" a un altro parente, esattamente 10 anni fa: si trattava all'epoca del fratello Alessandro, anch'egli diplomatico, nominato ispettore generale della Farnesina dal ministro Dini, quando il fratello maggiore ricopriva l'incarico di segretario generale. La nomina scatenò l'ira di Piero Fassino, all'epoca esponente dei DS, membro del governo in quanto Ministro di grazia e giustizia, ma in precedenza sottosegretario agli esteri. Nonostante l'accesa critica, la polemica che ne seguì e il notevole peso politico all'interno di quella compagine governativa di Fassino e del suo partito, del quale di lì a breve sarebbe diventato segretario, arrivò comunque l'approvazione della nomina da parte del Consiglio dei Ministri all'epoca presieduto da Giuliano Amato, per salvaguarda quelle che Dini aveva definito "i sottili equilibri della Farnesina". Anche quello era un periodo molto delicato, dal punto di vista politico: si era alla vigilia delle elezioni e i diplomatici cercavano di rialliniarsi all'interno del ministero in attesa delle vicine elezioni e del probabile cambio di schieramento. E lì Umberto Vattani fu in grado di riallinearsi nel migliore dei modi: infatti, forse anche in virtù delle sue opinioni politiche vicine al centrodestra (come sottolineato da Fassino nella critica a Dini per la qua nomina), Vattani fu il gestore del G8 tenuto a Genova, incaricato, tra le altre cose, di dialogare con il Genova Social Forum per gestire le proteste. Vattani in seguito fu nominato rappresentante dell'Italia presso l'Unione Europea, prima di tornare a ricoprire l'incarico di Segretario Generale della Farnesina, come accennato, l'unico caso della storia repubblica. In seguito, nel 2005, fu nominato presidente dell'Istituto Italiano per il Commercio Estero e riconfermato nel 2009.
Abbiamo raccontato la storia della famiglia Vattani all'interno del Ministero degli Esteri per porre una questione, molto semplice: quali devono essere i criteri per la gestione delle carriere? Una questione estremamente delicata, che riguarda tutte le amministrazioni pubbliche, non solo la Farnesina. Quello che viene alla luce è che i diplomatici fanno più carriera se sono organici ai Ministri di turno o se sanno "riciclarsi" meglio (capacità da apprezzare, in tempi di saturazione di discariche e costruzione di inceneritori...), occupando con il proprio clan familiare i ruoli chiave del Ministero, potendo agevolare la carriera di amici, fratelli, figli. Si dirà, "che c'è di nuovo"! Beh, forse poco, almeno per gli standard ai quali siamo abituati. Forse c'è solo l'aggravante dell'apologia del fascismo, del fatto che si sia favorita la carriera non di un qualsiasi figlio di diplomatico, ma di una persona che dovrebbe rappresentare e onorare la Repubblica Italiana (e non quella di Salò), strimpellando con gli amici di Casapound canzoni che elogiano gli sterminatori di ebrei, di oppositori politici, di rom e di disabili nazisti e fascisti, gli eroi Werwolf che hanno accompagnato l'avventura folle di Hitler fino alla fine...
Non c'è che dire, un modo senza dubbio originale di difendere la nostra Costituzione e onorare la Repubblica. Del resto sia Mario che Umberto hanno giurato su quegli articoli.
Forse Umberto ha interpretato a modo suo l'art. 30, quello che dice "'E' dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli...". Non so, forse doveva esserci anche qualche riferimento all'assegnazione degli incarichi a Osaka...

Vattani il console picchiatore. Sesti: “Ci aggredì al Capranica”

L'intervista del Fatto Quotidiano ad Andrea Sesti, vittima nel 1990 di un pestaggio avvenuto davanti al cinema Capranica, in pien centro a Roma, al quale ha partecipato anche il Console Vattani. Dal processo successivo Vattani è stato assolto, non come gli altri partecipanti si questo pestaggio, effettuato in tipico stile fascista...

mercoledì 18 gennaio 2012

Un console fascista rappresenta l'Italia a Osaka: mettiamo fine a questa assurdità!

Pubblichiamo un appello pubblicato da Articolo 21.info per il licenziamento di Mario Vattani, il console italiano di Osaka che inneggia al fascismo e alla repubblica di Salò. In più, poniamo la questione della modalità in cui si fa carriera all'interno del Ministero degli Esteri, ossia del modo in cui si procede alle promozioni interne a questo ente e al modo in cui vengono assegnati gli incarichi, come quello assegnato al "figlio d'arte" Mario Vattani.
VATTANI VATTENE
Inneggia alla Repubblica di Salò e alla bandiera nera, affermando che la Repubblica Italiana è "fondata sui valori degli epuratori". E' Mario Vattani, console italiano a Osaka. Stretti sono i suoi legami con il leader del gruppo fascista Casa Pound: Gianluca Iannone; nel suo curriculum non vanta grandi imprese per l’Italia, ma solo azioni per nulla dignitose come la partecipazione alla band fascista “i Sottofasciasemplice” e l’incisione di dischi per l'etichetta Rupe Tarpea (basta farsi un giro in internet per capire che si parla di gruppi di estrema destra) e ai concerti del gruppo fascista a Casa Pound.
Chiediamo al Ministro degli Esteri Terzi che faccia rispettare fino in fondo i dettati della nostra Costituzione e decida non solo l’allontanamento dalla sede diplomatica italiana ma anche il licenziamento del Console Mario Vattani per ignominia. 
E' possibile firmare l'appello contro Vattani a questo indirizzo:  http://www.articolo21.org/106/appello/vattani-vattene.html

lunedì 16 gennaio 2012

Il ministro Terzi sul console fasciorock Vattani

Riportiamo l'articolo pubblicato da Repubblica sulle dichiarazioni del ministro degli esteri Giulio Terzi in merito alle sanzioni disciplinari per il console italiano di Osaka Mario Vattani, il cantante del gruppo fascista Sotto fascia semplice, del quale abbiamo già scritto in data 30 dicembre, in un post su fascisti e diplomatici del terzo millennio. Sperando che alle dichiarazioni del Ministro seguano sanzioni proporzionate alla gravità della situazione....

Terzi: "Per Vattani sanzioni pesanti" 

stretta sui tempi della commissione

Il ministro ritiene probabili conseguenze importanti per il console italiano in Giappone, che aveva aderito ad un'organizzazione che si rifà alla Repubblica di Salò. Era già stato deferito dalla Farnesina. Il Pd: "Severità doverosa, è apologia di fascismo"

ROMA - Il ministro degli esteri Giulio Terzi ritiene "probabili sanzioni molto pesanti" per Mario Vattani. In una intervista in tv, Terzi ha detto che "sta cercando di accelerare il più possibile" i tempi della commissione disciplinare che ha in esame il caso. Mario Vattani, console italiano in Giappone, ha pubblicamente manifestato la sua adesione ad una organizzazione che si richiama in maniera esplicita alla Repubblica di Salò. Vattani era stato già deferito dalla Farnesina.
Il caso nasce dopo che Vattani è stato filmato mentre cantava inni dai contenuti fascisti in un raduno di Casapound. "Appena ho avuto notizia dell'happening rock che si è svolto nel maggio dell'anno scorso, quindi cinque mesi prima" che Vattani venisse assegnato alla sede di Osaka, "ho convocato il direttore generale del personale per chiedergli di sottomettere la questione alla commissione di disciplina" ha ribadito Terzi.
"E' una decisione del tutto eccezionale" ha osservato il capo della diplomazia, che una simile procedura sia stata avviata "per un funzionario diplomatico che peraltro - secondo Terzi - durante la sua carriera ha dato prove di grandissima competenza e di grande attaccamento al servizio". Quello del console - frontman del gruppo musicale di estrema destra 'Sotto fascia semplice' - è stato "indubbiamente un atto molto riprovevole e inaccettabile" ha constatato Terzi, assicurando di volersi accertare che "la commissione di disciplina possa deliberare rapidamente".
Certo, ha proseguito il ministro, "ci sono delle procedure" che vanno rispettate "perchè viviamo in uno stato di diritto" e non è giusto fare "processi sommari o mediatici".
Terzi non è tanto imbarazzato dalla vicenda in sè: lo sarebbe - ha spiegato - se le conclusioni della commissione disciplinare che si occupa dell'"auto-tutela dell'amministrazione e del governo per quanto riguarda il comportamento dei dipendenti dello Stato" non fossero portate a compimento. Ma così non sarà, ha garantito. Quanto alle dimissioni di Vattani, figlio del diplomatico di lungo corso Umberto, "non avrei convocato la commissione di disciplina se spettasse a me una decisione di questo tipo" ha concluso Terzi.
Intanto, il deputato Pd Paolo Corsini,  commissione Esteri, preme per sanzioni severe. "Prendiamo atto dell'impegno del ministro degli Esteri, ambasciatore Terzi, che ha assicurato l'avvio delle procedure disciplinari in merito al caso Vattani. In attesa di conoscere, speriamo in tempi rapidi, l'esito della decisione della commissione disciplinare della Farnesina, e dopo alcune indiscrezioni di stampa su un possibile esito indolore del caso, vogliamo sottolineare la doverosità di sanzioni estremamente severe e rigorose a carico di questo funzionario".
Corsini aggiunge: "Siamo di fronte ad un caso molto grave, cioè ad un comportamento riconducibile all'apologia di fascismo da parte di un alto funzionario dello Stato. Dunque, ci aspettiamo sanzioni esemplari a suo carico, a tutela dell'immagine di tutta la nostra diplomazia".

domenica 15 gennaio 2012

APPELLO chiusura di Casa Pound

 APPELLO chiusura di Casa Pound

Al Procuratore della Repubblica di Pistoia Dott. Renzo dell’Anno

Al Prefetto di Pistoia Dott. Mauro Lubatti

Al Questore di Pistoia Dott. Maurizio Manzo

Al Sindaco di Pistoia Dott. Renzo Berti

Al Presidente della Provincia di Pistoia Dott.ssa Federica Fratoni

E p.c.     Agli organi di informazione locale

Pistoia, 3 gennaio 2012

Oggetto: omicidio di Mor Diop e Samb Modou 

La Caritas è  "uno dei principali vettori di immigrazione del nostro Paese estremamente simile ad altre associazioni parassitarie di stampo progressista che campano su fondi pubblici speculando sul fenomeno immigratorio e nascondendo, dietro un buonismo peloso che reclama diritti per tutti tranne che per i cittadini italiani, un chiaro disegno anti-nazionale e anti-identitario". E, con queste parole che Casa Pound Pistoia attaccava, nell’aprile di quest’anno,  il direttore della Caritas di Pistoia per aver dato la propria disponibilità ad accogliere alcuni migranti del Nord Africa, a seguito dell’emergenza profughi di Lampedusa.

E  questo l’humus culturale e politico che ha armato la mano del killer dei due senegalesi Mor Diop e Samb Modou  ed è un fatto oggettivo come il gesto criminale di Gianluca Casseri sia frutto della contiguità culturale dell’assassino con l'ambiente razzista e xenofobo di Casa Pound. Come nel caso dell’assassino dei giovani laburisti norvegesi, anche il Casseri non è un semplice pazzo, ma un pazzo che nasce da un brodo di coltura di odio, di razzismo e neofascismo, di paura per gli stranieri e per chi è diverso, così come denunciato dopo l'omicidio di Firenze anche dall'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati.

Noi riteniamo che una città dalle tradizioni democratiche e antifasciste come Pistoia non possa ulteriormente tollerare che una formazione che si ispira chiaramente al fascismo sia libera di operare indisturbata nel nostro territorio, mimetizzandosi dietro campagne sociali che sono solo il paravento  per diffondere odio e violenza di stampo razzista.

Per questi motivi facciamo nostro l'appello del Coordinamento Regionale dei Senegalesi in Toscana in cui si chiede "la piena applicazione del dettato costituzionale con la chiusura immediata dei luoghi e dei siti come Casa Pound" e invitiamo il Procuratore della Repubblica, il Prefetto, il Questore, il Sindaco, il Presidente della Provincia ad attivarsi, ognuno nell’ambito delle proprie competenze, affinché vengano attuate tutte le iniziative necessarie per dare seguito alla richiesta della Comunità senegalese.

Adesioni:

ARCI Comitato Prov.le di Pistoia; Casa della solidarietà-Quarrata; Centro di Documentazione di Pistoia; Comitato Antifascista San Lorenzo; Comitato pistoiese Acqua Bene Comune; Comitato Pistoiese per la Palestina; Partito dei Comunisti Italiani; Partito della Rifondazione Comunista; Partito Umanista; Confederazione Cobas; FLC-Cgil; Giovani Comunisti; Istituto Storico della Resistenza di Pistoia; Italia dei Valori; Officina Politica Primo Maggio; Pistoia Bene Comune; Rete Radiè Resh Sez. Quarrata; Sinistra Ecologia e Libertà; Partito dei Carc / sezione Pistoia; Spazio Liberato ex Breda est.

venerdì 13 gennaio 2012

Leader di Casapound festeggia su Fb la morte di Pietro Saviotti: "Evviva"

articolo de "La Stampa" sul modo in cui il leader di Casapound ha reagito alla morte del procuratore di Roma Pietro Saviotti... Alemanno prontamente condanna... non farci ridere, prima spendi 11 milioni di euro del comune di Roma per comprargli la casetta (altro che mutuo sociale....) e poi lo critichi...

Leader di Casapound festeggia su Fb la morte di Pietro Saviotti: "Evviva"

Il vicepresidente Antonini: ipocrita aspettarsi da noi contrizione per la morte del procuratore. Folla alla camera ardente  di piazzale Clodio

roma
Parole agghiaccianti a prendersi beffa della morte improvvisa di un magistrato che su loro aveva indagato più volte. Sono quelle che il leader di Casapound, Gianluca Iannone, ha riservato su Facebook alla prematura scomparsa di Pietro Saviotti, capo del pool antiterrorismo di Piazzale Clodio. «Il 2012 si apre con prospettive interessanti... Evviva»: queste le parole del presidente di Casapound Italia sul social network, dove compare col nick di "Gianluca da Tortuga" a commento della morte del procuratore aggiunto di Roma avvenuta ieri per un malore.

Parole sulle quali ora la Procura di Roma ha aperto un’ inchiesta per istigazione a delinquere affidata al pm Eugenio Albamonte. Gli accertamenti sono stati delegati alla polizia postale che ora dovrà identificare l’autore dello scritto.

Casapound per voce del vicepresidente Andrea Antonini precisa che «l’esternazione non è riconducibile a Casapound» ma «appare sul profilo personale di Iannone».  Difende però quelle parole perchè «E' francamente ipocrita aspettarsi contrizione da parte nostra dato che questo pm ha avuto a che fare almeno due volte con noi». E spiega:«Prima negli scontri studenteschi di Piazza Navona con 12 indagati a torto, come abbiamo sempre ribadito - spiega Antonini - e poi nel caso di Alberto Palladino, attualmente ai domiciliari in isolamento e prima per 28 giorni in carcere, accusato da Saviotti di lesioni aggravate nei confronti del capogruppo del Pd del IV Municipio Paolo Marchionne. In Italia non ricordo nessun caso di giovane incensurato che deve fare 28 giorni di carcere con l’accusa di rissa aggravata. Nessuno quindi - conclude - si aspetti da noi dolore o ipocrita contrizione».

Immediata e unanime la condanna per le parole del leader di Casapound all’indirizzo di un magistrato molto stimato. Oggi una folla imponente ha reso omaggio alla salma di Pietro Saviotti nella camera ardente allestita a Piazzale Clodio. A portare l’ultimo saluto al magistrato anche il sindaco di Roma Gianni Alemanno, il presidente del Csm Michele Vietti, il sottosegretario all’Interno Giovanni Ferrara, che nel 2008, quando era procuratore della repubblica, affidò a Saviotti la delega dell’antiterrorismo. E ancora, il presidente dell’Anm Luca Palamara.

E L'AUTORE GETTA BENZINA SUL FUOCO
«L'Italia ormai è peggio della Corea del nord: tutti devono piangere, chi non lo fa va nei campi di recupero. E persino una battuta infelice, scritta peraltro in uno spazio privato, può essere scambiata per istigazione a delinquere» dice il presidente di Casapound Iannone a proposito delle poleviche seguite all'"Evviva" sul suo profilo facebook.

«Ormai – ha aggiunto – siamo al paradosso e al linciaggio bipartisan. Una mia battuta sicuramente di cattivo gusto, rubata sul profilo personale e non negli spazi ufficiali del movimento in barba a ogni tutela della privacy, scatena l'ira dei novelli inquisitori che si scagliano con parole gonfie di livore e di calcolo politico. È chiaro che c’è un'aria di ipocrisia e di sciacallaggio che non cessa minimamente di esistere. Non si perde neanche occasione di insinuare rapporti inesistenti tra noi e l'amministrazione cittadina. Nessuno sdegno ufficiale, invece, nessuna richiesta di restringere gli spazi di libertà ha accompagnato il coro ‘10, 100, 1000 Acca Larentia’ sentito per le vie di Roma solo pochi giorni fa. Gli inviti a un nuovo piazzale Loreto, in internet, sono presenti in tutti i profili dell'antagonismo di sinistra, ma quando morì Jorg Haider persino il quotidiano del Pd ospitò in prima pagina l'opinione di chi esprimeva ‘soddisfazione’ per il decesso. Per non parlare – ha continuato Iannone – di chi ha inneggiato a ‘un fascista di meno’ dopo la morte di Mirko Tremaglia o quella di Pietro Taricone».

Sulla figura di Saviotti, il presidente di Casapound  ha poi precisato: ‘«Ho un'idea personale particolarmente critica del magistrato defunto che in tante occasioni ha attaccato CasaPound, dall'iscrizione nel registro degli indagati per i ragazzi del Blocco Studentesco che erano parte lesa per gli scontri di piazza Navona all'arresto immotivato di Alberto Palladino con modalità ‘sovietiche’, ma questa idea non può e non deve istigare nessuno a delinquere. Tutti quelli che ci vorrebbero al rogo e gridano allo scandalo vestendosi da anime belle – ha aggiunto Iannone – dovrebbero pensare a fare gli interessi della polis visto che per questo sono pagati. Inoltre, consiglio loro la lettura di un libro molto interessante ‘Liberi di morire’, che spiega come, secondo una visione ascetica dell’esistenza, la vera libertà risieda nel trapasso proprio perché nell’aldilà si è liberi dal dominio degli uomini malvagi. Ecco perché non piango e pretendo che la mia scelta venga rispettata. A tutti i rancorosi comunque dico: stiano tranquilli, quando morirò io potranno vendicarsi’».

giovedì 5 gennaio 2012

Ragazzo picchiato a sangue dai fascisti

Ennesimo agguato da parte dei fascisti di Casapound. Questa volta in Salento. Di seguito, il comunicato degli amici del ragazzo aggredito e il link dell'articolo sull'accaduto de Il Paese Nuovo, quotidiano di Lecce e del Salento.

Siamo stanchi, siamo incazzati. La nostra città, la scorsa notte, è stato teatro dell’ ennesimo atto di vigliacca violenza delle squadracce fasciste. Quattro militanti nostalgici hanno pedinato con un’ auto un giovane compagno antifascista e, appena raggiunto, lo hanno prima minacciato e poi aggredito inizialmente con una testata al naso e dopo colpendolo ripetutamente al volto, provocandogli una frattura alla mandibola sinistra. Questi sono i fascisti che picchiano nelle nostre strade, che accoltellano a Napoli e che sparano a Firenze, gli stessi che dopo si fanno intervistare dai giornali negando ogni tipo di coinvolgimento, nascondendo la mano già pronta ad impugnare la cinta. Hanno un nome ed un pensiero politico ben preciso, riconducibile, come spesso ultimamente, al movimento neofascsita Casapound, che continua imperterrito a mascherare le sue vere intenzioni dietro a ipocrite dichiarazioni e vili interventi sociali.
Magari questa notizia stupirà molti di quelli che pubblicamente hanno difeso questi ragazzi, arrivando addirittura a definirli dei “visi puliti”, ma noi a queste bugie non ci crediamo, perché noi viviamo ogni giorno la nostra città, noi giriamo per il centro di Lecce rischiando di essere aggrediti da questi poveri esaltati, che continuano a reclutare giovani militanti grazie alla loro complicità, ipocrisia e indifferenza. Ogni anno aumentano il numero di iscritti e il loro raggio di influenza, esibendosi anche in squallidi convegni pseudoculturali o passeggiate collettive camuffate da corteo.
Siamo stanchi di chi dice che è sbagliato chiudere Casapound e le altre associazioni fasciste e di chi finge di non vedere cosa succede ogni giorno o cerca di minimizzare la gravità di queste aggressioni. I fascisti non devono avere nessuna agibilità, hanno già dimostrato la loro vera natura, sono razzisti e picchiatori e proprio per questo noi combattiamo ogni giorno e ogni forma di violenza, convinti che debbano essere isolati e fortemente limitati, per evitare che facciano altro male.
Siamo incazzati perché è inaccettabile che un ragazzo di vent'anni possa essere accerchiato e picchiato da un gruppo di fanatici mentre gira da solo per le strade del centro della sua città, perché non è ammissibile che queste persone possano contare sulla complicità delle istituzioni, la cui incoscienza e irresponsabilità abbiamo più volte denunciato. Ne è un esempio tangibile la partecipazione degli assessori Roberto Martella e Simona Manca alle conferenze dei neo-fascisti, il riconoscimento da parte del rettore La Forgia di blocco studentesco come associazione universitaria e la concessione di spazi sociali all'interno della nostra città da parte della giunta comunale.
Questo per noi è l’ ennesimo fallimento di una “democrazia”, nata sulle ceneri delle vittime del ventennio e animata dal sentimento intriso di amore e rabbia che ha lasciato un’ impronta indelebile nella costituzione, dichiaratamente antifascista e che perciò rifiuta, come dovrebbe fare ogni cittadino, ogni forma di fascismo.
La nostra rabbia ci spinge ogni giorno nelle strade, pronti a dare un contributo importante alla nostra causa, mai sconfitti combatteremo fino a quando otterremo ciò che vogliamo, con o senza l’ aiuto di chi dovrebbe essere al nostro posto o al nostro fianco in questa lotta.
Il nostro compagno è in attesa di un intervento chirurgico al volto, mentre i colpevoli si aggirano nelle scuole, nelle università e nelle piazze spavaldi e fieri delle loro vigliacche imprese.